venerdì 13 luglio 2012

Le risate con il comico Giacobazzi questa sera al Teatro della Regina di Cattolica





Giuseppe Giacobazzi spettacolo comico apocalypse arena della regina cattolica Eventi a Roma
Il comico romagnolo Giuseppe Giacobazzi con il suo "Apocalypse" sarà questa sera a Cattolica all'Arena della Regina dopo una tournée che ha visto il sold out nei principali teatri d'Italia. Ed è l'artista stesso a spiegare perchè il nome Apocalypse “non perché io creda che nel 2012 finirà davvero il mondo, ma perché quella che si è verificata da quando eravamo piccoli noi cinquantenni ad oggi è una vera e propria rivoluzione dei costumi, un’apocalisse”.
Apocalypse è uno spettacolo che di fatto è un unico, intero monologo per più di due ore, senza mai scendere di tono un secondo: una lucida quanto divertente analisi dell'attualità italiana dai reality show ai telegiornali, dalla pubblicità alle mode del momento. In tutto questo trovano spazio anche ricordi personali dell'artista. E poi le differenze tra i sessi e l'esilarante lettura di Men’s Health. Si ride sempre, di continuo, dalla prima all’ultima battuta, ma sono risate che fanno riflettere. Vale la pena ricordare un aspetto molto importante della serata: parte dell'incasso sarà devoluto alla fondazione che porta il nome del SIC.

Il comico, noto per essere uno dei protagonisti più acclamati di Zelig, condisce le sue gag con quella saggezza tipica romagnola che lo rende davvero irresistibile ma anche un po’ sburoneGiacobazzi non è solo un comico seguitissimo, in televisione e nei live show, ma è anche un attore apprezzato e persino autore di libri. Nello spettacolo in programma all’Arena della Regina il comico romagnolo descriverà ancora una volta con il suo travolgente stile ciò che accade nella quotidianità. Il suo sguardo curioso, la sua interessante mimica, i suoi racconti sfiziosi offriranno agli spettatori una piacevole serata.
Andiamo a conoscerlo meglio intervista pubblicata dal Resto del Carlino...

Quando è iniziata l'Apocalisse?«L’Apocalisse è cominciata 50 anni fa in Romagna, perché quando ci nasci te la trovi già lì. Poi capita che ti trasferisci nella metropoli, come ho fatto io, ti trovi bene e c’è un cambiamento sostanziale. Ma anche gli orizzonti si allargano. E in questi 50 anni, si sono allargati tantissimo».
Nella sua Apocalisse, c’è spazio per temi di grande attualità, come ad esempio intercettazioni e politica?«Le intercettazioni praticamente non le tocco. Di politica parlo poco perché altrimenti mi arrabbio. Cito solamente l’ex premier e quello attuale…»
Dei giovani, insomma…«Sì, esatto, delle speranze per il nostro futuro»
Due indizi in cui l’Apocalisse si manifesta?«Innanzitutto la tecnologia, che è un’apocalisse in senso positivo ma anche negativo, quando ne diventiamo schiavi. Non dovremmo mai perdere di vista il vis à vis. O, ancora meglio, il tête-à-tête. E poi, l’uomo, inteso come essere maschile. Siamo partiti dallo scimmione con la clava per arrivare al cornuto, mazziato e contento. Oggi, ci rifacciamo le sopracciglia. E anche io, nello spettacolo lo dico, devo intervenire, altrimenti avrei i cespugli con le more. E poi, l’uomo ha imparato a riconoscere nella donna un essere superiore».
E quanto gli è costato?«Non sa che fatica faccio io a dirlo. Ma sono 25 anni che sto con un essere superiore. In pratica, porto la mia esperienza».
Parte dell’incasso della serata sarà devoluto alla Fondazione Marco Simoncelli…«Un romagnolo che non ama le due ruote non è un romagnolo. Io potevo scegliere i pedali e ho scelto il motore. Conoscevo Marco personalmente e mi ha regalato grandi emozioni. E se posso fare qualcosa, sono ben lieto di partecipare a questo progetto molto più grande di me».

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